Cereali e Mais nel cane moderno

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imageCEREALI E MAIS
la vitale importanza del cereale nell’alimentazione e l’utilizzo inadeguato delle proteine

I cereali si distinguono per l’elevato contenuto in amido che rappresenta il polisaccaride di riserva tipico di molte piante superiori. Da questi, attraverso l’amido ed un complesso processo biochimico, viene prodotto il Glucosio, fonte di energia primaria.
I cereali vantano, inoltre, un basso contenuto lipidico ed un relativamente alto tenore proteico: buono dal punto di vista quantitativo, meno da quello qualitativo dal momento che sono carenti di alcuni aminoacidi essenziali.
I cereali diventano componente indispensabile per la costruzione di un cibo completo quando sono accompagnati, ovviamente, da una adeguata presenza percentuale di proteine e grassi
A questo proposito è bene aprire una parentesi su un possibile e diffuso equivoco
che si aggira anche tra non pochi “addetti ai lavori”..riguarda la giusta rilevanza da dare
al concetto di proteina in relazione all’alimentazione canina (ovviamente queste considerazioni si sostanziano parlando di proteina ad alto valore biologico
–carne fresca e/o disidratata- e non di “farine animali” o derivati, che non prendiamo neppure in considerazione).
Le proteine di origine animale servono innanzitutto a formare la massa muscolare magra; a tal proposito si osservi che da tutti, non a caso, ne viene utilizzata una maggiore quantità per soggetti giovani ed una minore quantità per le altre fasi della vita (bisogna pur chiedersi perché ed a cosa è finalizzata una maggior percentuale proteica nel cucciolo
in relazione a quella presente nell’adulto e nell’anziano..).
Il processo di formazione numerica di questo sviluppo in termini di fibre-cellule costruite, termina alla fine della prima crescita. Nella seconda fase di crescita (e nelle successive)
la funzione delle proteine sarà quella di aumentare il volume e quella di preservare il mantenimento del livello raggiunto.
Premesso questo passiamo a parlare di energia…Il cane cresce, si muove, corre, salta, gioca perchè viene immessa nella sua “macchina” energia, un carburante metabolico che proviene innanzitutto (ma non solo) dal cibo.
Il valore espresso dall’energia sono le vecchie Kilocalorie, oggi Kilojoule.
Queste sono composte da un complesso di componenti quali: proteine, grassi, carboidrati ed altro (vitamine, minerali, oligoelementi..).
Saranno quindi le calorie ad essere espressione di un cibo sano, equilibrato e bilanciato (aggettivi, per noi, di importanza fondamentale).
Dette Kcal. verranno distribuite in funzione dell’età, dell’attività e della condizione fisica. A questo punto le proteine animali diventano niente più che una delle tanti componenti del cibo.
La verifica di questa riflessione, se affidata ai numeri qui sotto riportati, risulta davvero illuminante..
Un grammo di grasso produce 9 Kcal. Un grammo di carboidrato 4/6
Un grammo di proteine animali 2,7/3,5
Per una classifica che dice, in funzione dell’energia: 1° posto grassi; 2° carboidrati; 3° proteine.
.. A questo punto trai le tue conclusioni ricordandoti che stiamo parlando di un cibo dove ogni principio nutritivo che lo compone( da cui prendiamo sempre il meglio)
è reciprocamente inserito in maniera adeguata per svolgere la propria funzione.
Fatta giustizia di queste considerazioni, tutto sommato poco più che “banali”, affrontiamo in sintesi il punto più controverso: cane carnivoro, onnivoro o che altro !?
Il fabbisogno energetico del cane può essere soddisfatto in parte dalle proteine ma,
in maniera assai più “metabolica”, da grassi e carboidrati (come si è visto più sopra). Cosa accadrebbe, allora, nel caso si pretendesse di utilizzare la proteina quale primaria fonte di energia, distraendola dal suo compito fondamentale ?
La risposta ci sembra semplice e conseguente: se la proteina ha la funzione di costruire la massa plastica, usandola impropriamente quale fonte energetica primaria (in assenza di grassi e carboidrati ) non facciamo altro che depauperare la massa muscolare stessa. Costringiamo, cioè, il metabolismo a ricavare energia attraverso grassi corporei e massa muscolare corporea.
Quindi in questo contesto i carboidrati, tra le loro molteplici funzioni, possono anche arrogarsi il diritto di (lo diciamo in maniera un poco pittoresca, che però rende bene l’idea) : “risparmiatori” delle masse muscolari.
Le proteine devono essere utilizzate essenzialmente per il compito a loro deputato che è quello di costruire, riparare e mantenere i tessuti corporei.
Il Cereale non ricopre soltanto questo ruolo fondamentale nel metabolismo energetico ma svolge anche un’altra funzione “vitale”, come studi recenti hanno dimostrato…
Stimolando un certo tipo di ricettori (PPAR gamma) il cereale provoca una sorta di
morte programmata delle cellule mentre le proteine (PPAR alfa) provocano la nascita delle stesse. Uno squilibrio tra queste due attività costituisce terreno fertile per qualsiasi tipo di patologia..Detto squilibrio viene ovviamente determinato, in larga misura, da errate ( a nostro avviso) proporzioni tra le quantità cereali/proteine presenti nel sacco del cibo.
Per maggiori informazioni su questo argomento puoi consultare un nostro lavoro dal titolo: “proteine Animali e proteine Vegetali a confronto”
Vi è poi da aggiungere questa osservazione, che non sembra fuori tema:
il cervello è una macchina che funziona prevalentemente a Glucosio ( monosaccaride che deriva soprattutto, ma non solo, dalla trasformazione dei carboidrati).
Utilizza da solo, infatti, una grande quantità di glucosio prodotto dall’organismo, cioè da 30 a 160 grammi al giorno a seconda della taglia del cane.
E’ più che lecito domandarsi allora, in assenza di cereale all’interno della crocchetta, da quale altra fonte il nostro cane possa assumere in maniera adeguata questa vitale fonte energetica: il Glucosio, appunto.
Tutto bene, ma il cane è carnivoro, come il suo antenato il lupo..insisteranno ad obbiettare non pochi. Per la verità il cane è..domestico.
Continuiamo, allora, su questa falsariga..
Il cane digerisce gli amidi
Attorno al 2004 avviene un passaggio molto importante nel chiarire il rapporto cane domestico/lupo selvatico e carnivoro/onnivoro; un passaggio che rende più sistematico l’approccio scientifico ad alcune intuizioni che già da tempo circolavano tra un certo numero di addetti ai lavori.
Un gruppo di scienziati (tra cui Haidi G. Parker, Linblad-Toh k. Ed Axelsson) confermano come il cane domestico condivida con il lupo una alta percentuale di DNA.
Solo una piccola porzione li differenzia, ma è stupefacente il fatto che in una piccolissima percentuale di diversità genetiche si racchiude una vastissima varietà morfologica e caratteriale che il cane domestico ha sviluppato grazie all’evoluzione dovuta alla stretta convivenza con l’uomo. Uno dei fenomeni che probabilmente ha costituito un momento cruciale è stato il suo adattamento alla -digestione degli amidi- ..il genoma del cane possiede molte più copie dei geni responsabili alla digestione degli amidi, rispetto al lupo.
Il cane utilizza gli amidi come fonte primaria di energia e di glucosio prontamente disponibile.
Attraverso recentissime tecniche di sequenziamento del DNA il gruppo di scienziati,
in particolare Lindblad-Toh, ha analizzato l’intero genoma di 12 lupi e 60 cani di razze diverse. I risultati sono stati sorprendenti: si sono scoperte 36 regioni del genoma che separano i lupi dai cani mentre, al contrario, rimangono identiche tra le varie razze canine prese in considerazione.
Entrando ancor più nello specifico , 19 di queste 36 contengono geni coinvolti nello sviluppo del cervello del domestico rispetto al selvatico; questo potrebbe spiegare la minore aggressività e la maggiore adattabilità con il sociale umano, l’uno rispetto all’altro.
Infine, ciò che ci riguarda maggiormente all’interno di questo lavoro: l’individuazione di 10 geni che codificano l’amilasi, l’enzima preposto alla trasformazione e demolizione delle molecole dell’amido contenute nei cereali.
Ebbene, il domestico ha da 4 a 30 copie di geni per l’amilasi, il lupo solo 2 !!
Alla luce di quanto detto sinora diventa, dal nostro punto di vista, del tutto scontata, preistorica e fuorviante la contestazione principale alla presenza di cereali nel cibo per cani: “i cani non producono amilasi salivare, pertanto non possono digerire i carboidrati”.
In realtà i cani producono amilasi pancreatica in considerevole misura pari a 10 volte quella del lupo e quasi simile a quella dell’umano.
Una ultimissima riflessione:
lo stomaco del cane possiede una temperatura (ed una acidità) di molto superiore a quella dell’umano; questo fatto provoca un processo chiamato gelatinizzazione. Queste condizioni dello stomaco determinano una specie di “cottura” del bolo.
Il cereale, che durante la lavorazione ha già subito una prima macinazione, trova nello stomaco del cane un ambiente che ne permette la corruzione.
Avremo, di conseguenza, una scomposizione dell’amido tale da permettere la sua (dell’amido) totale, fisiologica assimilazione.
Mais
Il mais purifica fegato e reni; migliora l’attività dell’intestino; ha un effetto positivo su cute e pelo. Alcune delle più importanti sostanze contenute sono: vitamina E, Magnesio,Potassio. Questi elementi, oltre che essere coadiuvanti dei neurotrasmettitori, prevengono l’insorgere di malattie cardiovascolari e del diabete.
E’ molto ricco in carboidrati ma è carente di due aminoacidi essenziali: lisina e triptofano. Agisce come moderatore del metabolismo e rafforza le difese immunitarie.
Con le sue 350 Kcal. per 100 grammi possiede qualità altamente energetiche, risulta quindi molto adatto per soggetti che svolgono sport e lavoro.
Abbassa il colesterolo “cattivo” che va ad ostruire le arterie; aiuta i diabetici a tenere sotto controllo la glicemia; stimola la diuresi e quindi ci consente di espellere le tossine aiutando chi soffre di calcoli renali e cistiti.
Le sue proteine (zeina e zeatina) si caratterizzano nell’avere un elevato contenuto di aminoacidi essenziali e quindi un elevato valore biologico.
Il seme è ricco di lipidi, acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi, fibre sia solubili che insolubili, vitamine e minerali.
La sua estrema digeribilità fa si che venga assimilato in tempi molto rapidi.
Non contiene glutine (cioè non contiene Glutenina e Gliadina) ed è per questo indicato per cani celiaci.
E’ una importante fonte di sostanze biologicamente attive dal punto di vista nutraceutico quali carotenoidi, tocoferoli e composti fenolici.
E’ appunto la presenza di questi elementi (che non hanno funzioni strettamente nutritive) a rivestire un ruolo significativo durante la digestione e l’assorbimento.
Il Mais, infine, ha un elevato potere antiossidante generale.
Per una verifica di queste ultime affermazioni si invita a consultare, tra gli altri, il lavoro dal titolo:
– Biodiversità tra gusto e salute: aspetti nutrizionali del mais – a cura della regione Marche.
Un accenno merita anche l’olio di semi di mais.
Ha un contenuto di acidi grassi polinsaturi molto elevato, in particolare di acido linoleico (precursore degli -omega-).
Un aumento nella assunzione di acidi grassi polinsaturi provoca una riduzione dei livelli di colesterolo e della concentrazione di lipidi nel sangue.
Alti livelli di acido linoleico nella dieta non solo riducono il colesterolo ed i trigliceridi ematici, ma migliorano anche l’utilizzazione del glucosio e la risposta insulinica nei soggetti diabetici.
Due parole ora su una autentica leggenda metropolitana..
Inutile sottolineare come si stia parlando di un prodotto rigorosamente non OGM. Tralasciamo, per spazio e tempo, considerazioni sui singoli cereali; probabilmente, se dovessimo spendere una parola su un cereale alternativo parleremmo del riso.
TUTTI i cereali, nessuno escluso, sono potenziali portatori di forme allergiche.
Ci riferiamo al fatto che il cereale può produrre una tossina (vomotossina) derivata dalla possibile presenza di funghi-muffe.
Questo fenomeno è il prodotto di una cattiva gestione che va dalla cura del seme;
al periodo pre/post raccolto; alle condizioni di pavimenti e pareti dove viene immagazzinato, a sbalzi di temperatura caldo/freddo a cui non deve essere sottoposto. Ma qui siamo nel campo della banalità e delle cure ovviamente indispensabili, che riguardano qualsiasi tipo di prodotto alimentare e prescindono dal valore intrinseco dello stesso.
L’osservazione corretta non è, quindi, Mais- Allergie (una autentica leggenda metropolitana da cui non sono esenti fini commerciali..) ma piuttosto dovremmo chiederci se ci troviamo in presenza di un elemento “povero” o “ricco”…
Il mais, come quasi tutti gli altri cereali può definirsi più “povero”, perchè gli mancano un paio di vitamine e di aminoacidi essenziali. Miscelandoli però tra di loro o con altri principi nutritivi (per esempio i legumi) tutto si equilibra e si ottiene il massimo.
A questo proposito andrebbe aperto un lungo capitolo rispetto al concetto di cibo equilibrato e bilanciato ( principi, per noi, fondamentali)…la cosa è troppo complessa per essere affrontata in questo spazio ma, in estrema sintesi: una buona crocchetta ha bisogno di prendere il meglio dalle varie componenti che la costituiscono ed il mais, in questo contesto, ha una sua precisa e determinante funzione.

Cesare Gilardi